McTominay, De Bruyne e Hojlund da scarti a Re: come Conte ha trasformato Napoli nel rifugio dei delusi di Manchester. C’è un filo rosso che lega Napoli a Manchester, un percorso inverso che trasforma i giocatori messi alla porta da City e United in eroi all’ombra del Vesuvio. Quella di Antonio Conte non è più solo una squadra, è un’isola felice, un rifugio sicuro dove gli “scarti” della Premier League trovano la loro più dolce rivincita. E giovedì, tre di loro torneranno nella loro vecchia casa per dimostrarlo.
Il Trio delle Meraviglie: KDB, McTominay, Hojlund
Le loro storie sono il manifesto di questo progetto. Kevin De Bruyne, costretto all’addio da Guardiola dopo un decennio da leggenda, ha avuto un impatto devastante con due gol in tre partite. Rasmus Hojlund, sacrificato dallo United per far posto a Sesko, ha già lasciato il segno in prestito. E poi c’è Scott McTominay, l’emblema della rinascita: da esubero del caos United a giocatore dell’anno in Serie A, trascinatore dello scudetto e candidato al Pallone d’Oro.
Tre destini incrociati, tre talenti che a Manchester erano considerati finiti o inadeguati, e che Conte ha accolto a braccia aperte, trasformandoli nelle colonne portanti del suo Napoli.
La “Fissazione” di Conte per la Premier
Non è un caso. La stima di Antonio Conte per i giocatori provenienti dal campionato inglese è quasi una religione. Lui, che ha vinto la Premier al primo colpo col Chelsea, sa riconoscere il valore di atleti forgiati da un calcio fisico e intenso. “Conte è un allenatore molto metodico, ama i giocatori fisici che corrono molto, forti, veloci”, spiega il giornalista Antonio Moschella. “È per questo che voleva McTominay”.
Dall’Inter riempita di “ex inglesi” al Napoli, la strategia non è cambiata. Conte cerca guerrieri abituati a un certo tipo di battaglia, convinto che il loro presunto fallimento in Premier sia solo una questione di contesto, non di qualità.
McTominay: da “Profilo Errato” a Re di Napoli
La storia di McTominay è esemplare. Allo United era considerato un mediano sottovalutato, spesso usato fuori ruolo. Conte, invece, ha visto in lui un incursore letale e gli ha costruito un centrocampo attorno. Il risultato? 12 gol in Serie A e uno scudetto vinto da protagonista.
“Non ho mai avuto un ruolo primario al Manchester United, mentre qui me lo hanno dato”, ha ammesso lo scozzese. “Voleva dimostrare che si sbagliavano”, ha confermato il suo compagno di nazionale Robertson. “Ora è un re laggiù”. La perdita dello United è stata la più grande fortuna del Napoli.
La Prova della Verità
Sulla scia di McTominay, sono arrivati Hojlund e De Bruyne. Il danese per ritrovare il feeling col gol, il belga per dimostrare di non essere finito. “Mi sono trovato in una situazione in cui avevo tante opzioni. Ho preso questa decisione basandomi sul mio istinto”, ha dichiarato KDB. Un istinto che, finora, gli sta dando ragione.
A Manchester, riceveranno accoglienze diverse: da eroe per De Bruyne, più ostili per gli ex United. Ma tutti e tre scenderanno in campo con la stessa missione: dimostrare che non solo esiste una vita dopo i giganti di Manchester, ma che può essere molto più gloriosa.