C'è un rito non scritto a Napoli, un passaggio obbligato per chiunque voglia davvero entrare nel cuore della città e della sua squadra: il pellegrinaggio al murale di Diego. Un atto di fede calcistica, quasi una richiesta di "benedizione" al D10S indimenticato. Gli ultimi a compiere questo gesto, in ordine di tempo, sono stati Matteo Politano e Leonardo Spinazzola, che hanno reso omaggio al grande capitano del Napoli.
Accompagnati dalle rispettive consorti, i due azzurri si sono immersi nell'atmosfera unica di Largo De Deo ai Quartieri Spagnoli, oggi un vero e proprio santuario laico che nelle classifiche di gradimento turistico riesce a tenere testa persino a Pompei.
Un rito che unisce campioni e allenatori
Prima di loro, sono passati tutti. Dagli "avversari" illustri come José Mourinho, ai grandi condottieri azzurri. Luciano Spalletti lo frequentò più volte, quasi a cercare ispirazione. E lo stesso Antonio Conte, un anno fa, si recò in piena notte, con il berretto calato sul viso, per un silenzioso raccoglimento davanti all'enorme dipinto.
È un filo invisibile che lega generazioni di campioni all'eredità di Maradona. Un modo per "sentire" quanto forte sia ancora oggi il suo legame con Napoli.
Politano, sorrisi e una maglietta speciale
Politano e Spinazzola, sorridenti e disponibili, non si sono sottratti all'affetto dei tifosi tra selfie e autografi. L'occhio dei più attenti ha notato un dettaglio non da poco: Politano indossava una t-shirt con lo "scugnizzo" che strappa lo scudetto all'interista, la stessa iconica coreografia della Curva vista in Napoli-Cagliari.
Un omaggio nell'omaggio, per un giocatore che sta vivendo un momento d'oro: il ritorno in Nazionale, il gol e un rinnovo di contratto che lo legherà a vita al Napoli.
La storia di un'opera diventata simbolo
Quel volto gigante che domina i Quartieri Spagnoli nacque nel 1990 per festeggiare il secondo scudetto. Fu realizzato da un artista del posto, Mario Filardi, aiutato dagli abitanti che illuminavano il muro con i fari delle auto. Un'opera collettiva, nata dal cuore del popolo.
Restaurato e reinterpretato negli anni, con l'intervento decisivo dello street artist argentino Francisco Bosoletti nel 2017, il murale conserva ancora la sua caratteristica più famosa: la finestra dell'appartamento di un salumiere, quasi sempre chiusa per non "sfigurare" il volto di Diego, il monumento più amato di Napoli.