Tuttosport contro McTominay, ma a Napoli hanno capito tutto

Il quotidiano torinese critica l'MVP. Ma la verità è un'altra: il suo sacrificio per De Bruyne è la vera forza del Napoli.

Puntuale come un orologio, con il Napoli primo in classifica, arriva da Torino il tentativo di creare un problema dove non c’è. L’edizione odierna di Tuttosport mette nel mirino nientemeno che Scott McTominay, l’MVP dello scorso campionato, colpevole, a loro dire, di non essere “più decisivo” da quando gioca al fianco di un certo Kevin De Bruyne. Un’analisi non solo superficiale, ma che dimostra di non aver capito nulla della grandezza di questo giocatore e di questo Napoli.

L’Accusa: McTominay “Snaturato” e “Spento”

Secondo il quotidiano, Conte avrebbe “snaturato” l’assetto della squadra per far coesistere i suoi centrocampisti, relegando McTominay a una “posizione defilata” che ne ha “azzerato la capacità realizzativa”. Si citano i suoi 13 gol e 6 assist dello scorso anno come un metro di paragone, suggerendo che il giocatore di oggi sia una versione sbiadita di quello.

La Risposta: questo non è un problema, è la Soluzione

Ma è proprio qui che l’analisi crolla, mostrando tutti i suoi limiti. Giudicare un centrocampista totale come McTominay solo dai gol segnati è come giudicare un portiere solo dai rinvii. La verità, che a Napoli hanno capita tutti, è che l’evoluzione di McTominay non è un problema, è la soluzione. È la dimostrazione di un’intelligenza tattica e di uno spirito di sacrificio che solo i veri leader possiedono.

Essere decisivo non significa solo buttarla dentro. Essere decisivo significa correre anche per il compagno, creare l’equilibrio che permette a un genio come De Bruyne di essere libero di inventare. Significa capire quando è il momento di fare un passo indietro per farne fare due in avanti a tutta la squadra. Quello di McTominay non è un arretramento, è una promozione a tuttocampista, un uomo capace di dominare in ogni zona del campo.

La Lezione di Conte e di Scott

McTominay, il suo nuovo ruolo al fianco di De Bruyne

Mentre a Torino si contano i gol, a Napoli Conte costruisce una macchina da guerra basata sulla flessibilità e sull’intelligenza dei suoi uomini. McTominay, accettando “di buon grado” questo nuovo ruolo, non ha perso la sua leadership: l’ha elevata. Ha dimostrato di essere un campione che mette il “noi” davanti all'”io”.

Forse, semplicemente, a certe latitudini non sono abituati a vedere un MVP sacrificarsi così per il bene comune. Che a Torino si preoccupino dei loro problemi. A Napoli, si godono la maturità di un leader totale e la genialità di un allenatore che ha già trovato il modo di far suonare all’unisono tutti i suoi violini. Questo presunto “problema McTominay” non è un problema per il Napoli. Sarà, semmai, un problema enorme per tutti i suoi avversari.

La Vera Sconfitta: i Media Locali “Colonizzati”

Ma, come detto, questa non è la notizia. La notizia vera, quella che fa male, è vedere decine di siti e portali napoletani riprendere pedissequamente l’articolo di Tuttosport. Lo riportano integralmente, senza una virgola di commento, senza un briciolo di analisi critica, senza un minimo di difesa per un patrimonio del Napoli. Fanno da megafono al nemico, si trasformano in una cassa di risonanza per una narrazione tossica nata a centinaia di chilometri di distanza.

È un atteggiamento di sudditanza psicologica, una forma di “colonizzazione” mediatica che lascia senza parole. Invece di fare da scudo, di proteggere la squadra e i suoi campioni, si fanno portavoce della critica più becera. Invece di spiegare ai propri lettori perché l’analisi di Tuttosport è sbagliata, la servono come fosse Vangelo. È un tradimento non solo verso la squadra, ma verso l’intelligenza dei propri tifosi.

Noi non ci Stiamo

Noi a questo gioco non ci stiamo. A differenza di altri, noi non abbiamo paura di dire che l’analisi di Tuttosport è spazzatura. Che il sacrificio di McTominay non è un problema, ma la chiave di volta tattica del nuovo Napoli di Conte. Che essere decisivo non è solo fare gol, ma è permettere alla squadra di vincere. E che il silenzio complice di chi dovrebbe difendere i nostri colori è, forse, più dannoso di un attacco frontale.

Che a Torino continuino pure a contare i gol. Noi, a Napoli, continueremo a goderci la grandezza di un leader totale e a difenderlo da chiunque, soprattutto da chi, in casa nostra, ha scelto di stare zitto.

Exit mobile version