Finale Mondiale persa, flop al Napoli e ora i domiciliari: "Era più forte di Ronaldo"

L’ex attaccante brasiliano, detto “O Animal”, compie 50 anni: dal sogno infranto col Brasile al caos in azzurro fino ai guai giudiziari.

C'è stato un tempo in cui il suo soprannome, "O Animal", bastava a descrivere tutto. Talento, istinto, ma anche una follia incontrollabile. La parabola di Edmundo, ex attaccante di Napoli e Fiorentina, è la cronaca perfetta di un genio ribelle del calcio, capace di giocate sublimi e di gesti che lo hanno portato fino ai domiciliari.

Una carriera vissuta costantemente al limite, che ha toccato anche l'Italia, lasciando un ricordo tanto affascinante quanto controverso. E una domanda: cosa sarebbe potuto essere senza quel carattere ingestibile?

Finale Mondiale persa, flop al Napoli e ora i domiciliari: "Era più forte di Ronaldo"

"Più forte di Ronaldo, secondo solo a Romario"

Per capire il personaggio, basta una sua frase: si è sempre considerato "più forte di Ronaldo", il Fenomeno, riconoscendo la superiorità solo di un altro genio ribelle, il suo amico-nemico Romario. Edmundo era così: una fiducia smisurata nei propri mezzi, che in campo si traduceva in gol e giocate straordinarie.

Cresciuto nel Vasco da Gama, ha vinto e incantato con la maglia del Palmeiras, ma il suo temperamento gli è costato carissimo. Un pugno al suo allenatore, Vanderlei Luxemburgo, prima dei Mondiali di USA '94, gli chiuse le porte della Nazionale e di un trionfo che avrebbe potuto essere anche suo.

Sei mesi a Napoli e la follia fuori dal campo

Dopo l'indimenticabile parentesi alla Fiorentina, Edmundo visse anche sei mesi a Napoli, un'esperienza negativa che non lasciò traccia in campo, ma che fa parte della sua travagliata biografia. La sua vera "partita", però, l'ha sempre giocata fuori dal rettangolo verde.

Collezionò espulsioni per reazioni spropositate, litigò con compagni e avversari e finì al centro delle cronache per episodi gravissimi. Fu arrestato per aver aggredito un cameraman e visse il suo momento più buio quando, a seguito di un incidente, fu coinvolto in episodi che lo portarono a subire una condanna e a finire agli arresti domiciliari. I media dell'epoca parlarono di un'aggressione in cui avrebbe "preso a calci un uomo".

Un genio che il calcio non ha saputo domare

La storia di Edmundo è quella di un talento che il sistema calcio non è mai riuscito a contenere. Un numero 10 con la furia di un mediano, un artista del pallone con gli scatti d'ira di un combattente di strada.

I tifosi del Napoli lo ricordano come una cometa passata troppo in fretta e senza brillare. Ma il suo nome, "O Animal", resterà per sempre scolpito nella memoria del calcio come l'emblema del genio e della sregolatezza.

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