Alle 18:30 a Sassuolo non inizia solo un nuovo campionato, ma la sfida più difficile nella storia del Napoli: vincere il secondo scudetto di fila. Un'impresa che nemmeno il Napoli più grande di tutti, quello di Diego Armando Maradona, è mai riuscito a compiere. Anzi, ogni tentativo si è trasformato in un trauma sportivo che ancora oggi brucia nella memoria dei tifosi.
In questo scenario, fatto di speranze e fantasmi, si inserisce la figura di Antonio Conte. Un uomo che ha capito tutto della città e del suo ambiente. E che ha lanciato il suo manifesto, una versione moderna del detto napoletano: "'cca nisciuno è fesso".

I fallimenti storici: quando il sogno si trasformò in incubo
Per capire la portata della sfida, bisogna tornare indietro. Nel 1988, il Napoli più spettacolare (con Maradona, Giordano e Careca) crollò in un finale di stagione inspiegabile, un "suicidio sportivo" alimentato da liti interne con l'allenatore Bianchi e dalla pressione del Milan di Sacchi.
Nel 1991, dopo il secondo tricolore, fu anche peggio. Fu l'anno del disfacimento, della fine dell'era Maradona a causa del doping, e di una squadra che chiuse all'ottavo posto, iniziando un lungo periodo buio. Il successo, a Napoli, è sempre stato un nemico difficile da gestire.
Il manifesto di Conte: "Non stare con noi solo se vinciamo"
Antonio Conte ha studiato la storia e ha capito la lezione. Lo ha dimostrato chiaramente quando, incalzato sulla "troppa sofferenza" della scorsa stagione, ha risposto con parole che sono un vero e proprio avvertimento all'intera città.
"L’ambiente non può stare con noi se vinciamo e contro di noi se perdiamo, sarebbe troppo facile", ha tuonato il tecnico. Una frase che non è una semplice risposta, ma una richiesta di unità. Conte sa che a Napoli il confine tra esaltazione e critica distruttiva è sottilissimo e vuole creare un patto d'acciaio con i tifosi per superare insieme le inevitabili difficoltà.
La sfida più complessa, più ancora di Maradona
Questa è la vera missione di Conte. Non è solo vincere il campionato, ma riuscire a consolidare una mentalità vincente lì dove anche un dio del calcio come Maradona ha dovuto arrendersi. Lui, che non è un uomo "da annate in carrozza", sembra aver trovato il suo destino.
Deve affrontare una piazza esigente, una stampa che lo dà già per favorito e un presidente che si aspetta grandi cose non solo in Italia. Un'impresa ai limiti dell'impossibile. Ma, come si dice nel pezzo, se le imprese non sono complesse, a lui non piacciono nemmeno.