La favola di Osimhen alla Juve e le casse del Milan: le comiche estive della stampa del Nord
Prima Conte, ora il nigeriano. Ma ci credono davvero? Il calciomercato raccontato come un film di fantascienza.

Ci sono tradizioni estive a cui non si può rinunciare: il primo bagno al mare, il cocomero ghiacciato e, soprattutto, il grande romanzo d'appendice scritto dalla stampa del Nord sul calciomercato. Un genere letterario a sé, a metà tra la fantascienza e la commedia dell'arte, che quest'anno ha trovato il suo protagonista preferito in Victor Osimhen. E la trama, bisogna ammetterlo, è di quelle che strappano un sorriso amaro: l'attaccante del Napoli conteso tra una Juventus dalla strategia "geniale" e un Milan che, a quanto pare, avrebbe scoperto una miniera d'oro sotto Milanello.
Assistiamo, quasi inteneriti, al tentativo di costruire castelli in aria con una serietà che sfiora il ridicolo. Ricordate la narrazione su Antonio Conte? Per mesi ci è stato raccontato come il tecnico salentino fosse promesso sposo della Juventus, un ritorno scritto nel destino, una scelta ovvia. Peccato che, alla fine, Conte abbia scelto un progetto solido, ambizioso e con le idee chiare, preferendo l'azzurro del Napoli al bianconero sbiadito delle ultime stagioni. Archiviata la prima figuraccia, la macchina del fango mediatico, perché di questo si tratta, ha semplicemente cambiato obiettivo.

La "brillante" attesa della Juventus e il tesoro del Milan
Ed ecco il capolavoro narrativo del momento. La Juventus, ci spiegano, dopo aver visto respinta al mittente un'offerta da 80 milioni da un De Laurentiis quasi divertito, avrebbe partorito una strategia degna di Sun Tzu: aspettare il 15 luglio, data di scadenza della clausola per l'estero, per poi... cosa?
Per poi presentarsi dal Napoli e chiedere di trattare, magari con un comodo pagamento rateale, come se si stesse acquistando un elettrodomestico. È un piano talmente assurdo da essere quasi poetico. Immaginare il sostituto di Giuntoli che bussa alla porta di De Laurentiis proponendo di pagare Osimhen in "dieci comode rate da dieci milioni", sperando che il presidente, noto per la sua inflessibilità, si metta a ridere e gli offra un caffè.
Non meno esilarante è il filone milanista. Il Milan, di cui non si conoscono tesori nascosti o fondi sovrani appena acquisiti, si sarebbe inserito nella corsa. Con quali soldi, con quale progetto, non è dato saperlo. È un dettaglio irrilevante, un "plot hole" in un film che non ha né capo né coda, ma che serve a riempire le pagine e a tenere vivo un dibattito surreale.
Il ruolo (triste) della stampa nostrana
E la stampa nostrana? Invece di fare ciò che noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare – ovvero smontare pezzo per pezzo questo teatrino grottesco – spesso si accoda. Rilancia, commenta, dà credito a queste "notizziacce", forse per paura di perdere un clic o per un complesso di inferiorità che non ha più ragione di esistere. Il Napoli oggi è una superpotenza del calcio europeo. Chi vuole i suoi gioielli, deve presentarsi con argomenti seri e, soprattutto, con assegni pesanti. Tutto il resto non è giornalismo, è solo il triste, ripetitivo e sempre più prevedibile rumore del Nord. E noi, francamente, siamo stanchi di sentirlo.