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L'orticaria da esclusiva che cancella Hamsik: il tradimento della stampa napoletana

Bratislava celebra il capitano azzurro mentre molti media partenopei scelgono l'indifferenza per rivalità editoriali

La domanda è semplice, e fa male: dov'era la stampa napoletana il 5 luglio 2025? Mentre a Bratislava andava in scena una festa di popolo per l'addio al calcio di Marek Hamsik, la leggenda che ha rifiutato le big per l'azzurro, qui a Napoli si è preferito il silenzio. Un silenzio imbarazzante, dettato non dalla dimenticanza, ma da qualcosa di molto più piccolo e meschino: l'orticaria da esclusiva. Quella malattia tipica di un certo giornalismo che, pur di non citare un concorrente, preferisce tradire una storia che appartiene a un'intera città.

Un silenzio che sa di sconfitta, di piccoli interessi di bottega che prevalgono sulla grandezza di una storia d'amore lunga vent'anni. La partita d'addio dell'ex numero 17 del 5 luglio 2025, si è trasformata in un caso che va oltre il calcio giocato. Perché quando un simbolo dice addio, quando un uomo che ha incarnato l'orgoglio azzurro chiude la sua carriera, certa stampa napoletana ha preferito voltarsi dall'altra parte.

L'orticaria da esclusiva che cancella Hamsik: il tradimento della stampa napoletana
La partita d'addio al calcio di Marek Hamsik si è giocata ieri, ed è finita sul risultato di 5-4 per la squadra napoletana

La festa di Bratislava che Napoli non ha raccontato

Allo stadio dove tutto era iniziato, Marek Hamsik ha scritto l'ultimo capitolo di una carriera leggendaria. La sua Bratislava ha risposto presente: 5.000 spettatori, tra cui centinaia di tifosi azzurri accorsi dalla Campania per salutare il loro capitano. La partita, vinta 5-4 dalla squadra composta da ex giocatori del Napoli, ha visto protagonisti volti storici del calcio partenopeo. Dries Mertens, anche lui al suo ultimo ballo, José Callejon, Paolo Cannavaro, Christian Maggio, Walter Gargano: una reunion che ha fatto tremare il cuore di ogni tifoso azzurro. Il momento più toccante è arrivato quando Hamsik ha passato simbolicamente le scarpette ai suoi figli. Un gesto che ha emozionato lo stadio e lo stesso giocatore, che ha indossato per l'ultima volta la maglia numero 17 che lo ha reso immortale.

Le parole che commuovono un popolo

"Bellissimo il passaggio delle scarpette ai miei figli, non tutti l'hanno potuto fare e spero che possano fare la mia stessa carriera", ha dichiarato Hamsik visibilmente commosso. Parole che fotografano l'uomo prima del campione, il padre prima della leggenda. Ma è il ringraziamento ai tifosi napoletani che tocca il cuore: "Ringrazio i tifosi del Napoli che sono venuti, il calcio si gioca per i tifosi e quelli del Napoli sono speciali. Una serata fenomenale e bellissima, c'era tutto quello che desideravo". Anche suo figlio Lukas ha indossato la storica maglia azzurra, in un simbolico passaggio di testimone che ha fatto sognare i presenti.

Quando il silenzio è più rumoroso delle parole

Ed è qui che la storia si tinge di amarezza. Perché mentre Bratislava celebrava il suo figlio adottivo, molti media napoletani sceglievano l'assenza. Il motivo? L'esclusiva televisiva era di un sito concorrente, e così la rivalità editoriale ha prevalso sulla riconoscenza. Una scelta che sa di meschinità, di piccoli interessi che calpestano la grandezza di una storia d'amore. Hamsik non ha mai tradito Napoli, ha scelto l'azzurro quando avrebbe potuto inseguire contratti più ricchi, ha scritto pagine di storia diventando il simbolo di un'intera generazione.

Il giornalismo sportivo napoletano ha perso un'occasione. Perché ci sono storie che non hanno bisogno di esclusive, che appartengono al patrimonio collettivo di una città. L'addio di Hamsik era una di queste. Le emozioni, le lacrime, gli abbracci con ex compagni come Stanislav Lobotka, Milan Skriniar, Juraj Kucka, sono rimasti patrimonio di pochi quando avrebbero dovuto essere il racconto di tutti.

Un capitano che meritava di più

Marek Hamsik ha dato tutto per la maglia azzurra. Record di presenze, record di gol, anni da capitano coraggioso, esempio di professionalità e attaccamento ai colori. Un uomo che ha scelto Napoli quando Napoli non era ancora la potenza di oggi. La sua partita d'addio, con la presenza di una targa ufficiale del Comune di Napoli e centinaia di tifosi accorsi in Slovacchia, meritava ben altra copertura mediatica. Meritava il racconto corale di una città riconoscente.

Nel calcio moderno, fatto di algoritmi e click, c'è ancora spazio per la gratitudine? L'addio di Hamsik pone questa domanda scomoda. Perché quando un simbolo dice addio, la stampa dovrebbe avere il coraggio di mettere da parte rivalità editoriali e interessi di bottega. Il 5 luglio 2025 resterà nella storia come il giorno dell'addio di Marek Hamsik.

Ma anche come il giorno in cui certa stampa napoletana ha scelto il silenzio. Un silenzio che, paradossalmente, ha fatto più rumore di mille parole. La storia di Marek Hamsik merita rispetto. E Napoli, che ha saputo amarlo come pochi, avrebbe meritato di più anche dalla sua stampa. Perché ci sono storie che non hanno colore editoriale: hanno solo bisogno di essere raccontate.

Daniele Fontana

Esperto di match analysis e dati calcistici, Daniele combina la sua formazione in ingegneria con una passione viscerale per il Napoli. Collabora con software di tracciamento e analisi video per offrire articoli incentrati su statistiche, xG, heatmap e modelli tattici. È lui la mente dietro le rubriche più analitiche di Napolissimo.