
Re Mida in patria, quasi un reduce in Europa. La carriera di Antonio Conte è una storia a due facce: quella del vincente seriale, capace di costruire cicli e conquistare scudetti con una fame ineguagliabile, e quella dell’allenatore a cui le notti europee, per un motivo o per l’altro, restano quasi sempre indigeste. Il clamoroso ko del suo Napoli a Eindhoven non è un incidente, ma l’ultimo capitolo di un romanzo pieno di delusioni, una vera e propria maledizione che si ripete, da Istanbul a oggi.
Dove Tutto Ebbe Inizio: il Fango di Istanbul
Per capire il complicato rapporto tra Conte e l’Europa bisogna tornare al dicembre 2013. La sua Juventus stellare, a cui basta un pareggio per qualificarsi, sprofonda nel fango di Istanbul contro il Galatasaray. Un gol di Sneijder a pochi minuti dalla fine condanna i bianconeri a un’eliminazione tanto cocente quanto inattesa. “Stiamo parlando di una partita fatta in un pantano”, si lamentò il tecnico, ma la macchia restò. Quella Juve, retrocessa in Europa League, non arriverà nemmeno a giocarsi la finale nel suo stadio, fermandosi in semifinale contro il Benfica.

Le Tragedie Sportive con l’Inter: dal Barça B alla “Parata” di Lukaku
Anni dopo, la storia si ripete, quasi in fotocopia, sulla panchina dell’Inter. Per due anni di fila, Conte esce mestamente ai gironi di Champions. La prima volta, nel 2019, perdendo in casa all’ultima giornata contro un Barcellona già qualificato e imbottito di riserve, con in panchina persino Messi. L’anno dopo, se possibile, è ancora peggio. L’Inter domina contro il modesto Shakhtar Donetsk, ma non riesce a segnare. Nel finale, un colpo di testa di Sanchez a botta sicura viene involontariamente respinto sulla linea da un suo compagno: Romelu Lukaku. Una “parata” che condanna i nerazzurri non solo all’eliminazione, ma addirittura all’ultimo posto nel girone.
Dalla Conference League al Milan: Delusioni anche in Inghilterra
Nemmeno il calcio inglese riesce a spezzare l’incantesimo. Con il Tottenham, vive l’eliminazione forse più bizzarra: fuori dalla Conference League a tavolino, a causa di un focolaio Covid che impedisce alla squadra di giocare l’ultima, decisiva partita contro il Rennes. E l’anno successivo, in Champions, il suo cammino si ferma di nuovo presto, questa volta agli ottavi contro il Milan di Pioli. Un 1-0 a San Siro e uno 0-0 a Londra bastano a rispedire a casa il tecnico.
E Ora il Napoli: Stessi Scricchiolii, Stessi Fantasmi
La débâcle di Eindhoven contro il PSV rievoca tutti questi fantasmi. Il Napoli di Conte, come la Juve e l’Inter prima, appare splendido nei confini nazionali ma fragile e quasi insicuro in Europa. Dopo le sue sfuriate nel post-partita, Conte dovrà affrontare non solo gli avversari, ma anche il suo demone più grande: una maledizione europea che sembra non volerne sapere di essere spezzata.