
La polvere non si può più nascondere sotto il tappeto. L’umiliazione per 6-2 subita a Eindhoven non è stato un incidente, ma il sintomo conclamato di una malattia che covava da tempo. Sì, adesso si può e si deve parlare di crisi per il Napoli. Quattro sconfitte nelle ultime sette partite hanno scoperchiato un vaso di Pandora di problemi strutturali, tattici e forse anche umani. E le parole di fuoco di un Antonio Conte apparso furioso come non mai dopo la partita sono la certificazione che l’allarme rosso è suonato. Con l’Inter alle porte, il rischio di un tracollo è reale e spaventoso.
“Senza Attenuanti”: non Bastano le Assenze a Giustificare il Crollo
È vero, il Napoli è sceso in campo in Olanda senza colonne portanti come Rrahmani, Lobotka e Hojlund. Ma le assenze, per quanto pesanti, non possono e non devono essere l’unico alibi per una disfatta di tali proporzioni. La squadra era pure passata in vantaggio con il solito, encomiabile, McTominay, dimostrando che la qualità per fare la partita c’era.
Invece, da quel momento in poi, si è assistito a un crollo verticale, a uno scioglimento inspiegabile che ha trasformato la ripresa in un’agonia. La squadra si è letteralmente sfaldata, offrendo un’immagine di impotenza che non si vedeva da anni e lasciando la sensazione che il passivo, per quanto umiliante, potesse essere persino più pesante.

“I Napoletani non vanno Presi per il C**o”: l’Atto d’Accusa di Conte
A mettere il sigillo sulla crisi ci ha pensato Antonio Conte, con uno sfogo post-partita che è un atto d’accusa durissimo. Il tecnico ha puntato il dito contro un mercato estivo che, a suo dire, ha rotto l’incantesimo. “I nuovi giocatori sono stati troppi. Inserire nove teste dentro uno spogliatoio non è stato semplice”, ha tuonato, rivelando una difficoltà di amalgama finora tenuta nascosta.
Ma la frase più pesante, quella che scuote l’ambiente, arriva dopo, quando difende l’anima della sua squadra scudettata: “L’anno scorso c’era solo il bene del Napoli, senza obiettivi personali o situazioni egoistiche. I napoletani non devono essere presi per il c**o”. Parole come pietre, che sembrano dirette tanto ai nuovi arrivati quanto, forse, a chi li ha scelti.
Flop Milionari: quando i Nuovi non Rendono
Le parole di Conte trovano un riscontro impietoso nell’analisi delle prestazioni individuali. Sam Beukema, in Olanda, è naufragato insieme a tutto il reparto, spalancando le porte agli avversari e facendo rimpiangere Rrahmani. In attacco, la pazienza per Lorenzo Lucca sembra finita: la sua prestazione incolore è stata aggravata da un’espulsione ingenua che un allenatore come Conte difficilmente perdona. E poi ci sono gli “oggetti misteriosi” come Noa Lang, che dopo l’ennesima panchina ha rilasciato dichiarazioni amare alla stampa olandese (“Non so cos’altro fare”). Perfino un fuoriclasse come Kevin De Bruyne non sembra ancora pienamente calato nella realtà napoletana, alternando giocate geniali a momenti di nervosismo, come la reazione al cambio col Milan.
Una Difesa da Incubo e un Dualismo che non Aiuta
Ma il problema più evidente, al di là dei singoli, è sistemico. La difesa del Napoli subisce gol a grappoli. La porta è rimasta inviolata solo nelle prime due giornate di campionato. Nelle ultime otto partite, gli azzurri hanno sempre preso almeno un gol, per un totale di sedici reti subite in dieci partite. Praticamente la metà di quante ne furono subite in tutta la scorsa stagione. E in questo quadro di fragilità si inserisce anche il continuo dualismo tra i portieri: l’alternanza tra Milinkovic-Savic e Meret, voluta da Conte, non sta dando le sicurezze sperate, alimentando forse l’incertezza in tutto il reparto. Un problema enorme, con l’Inter di Lautaro e Thuram già pronta a saggiare la febbre della difesa azzurra.