
Nessun alibi, nessuna rassegnazione. Solo rabbia, delusione e una lucidità spietata che si trasforma in un atto d’accusa. Dopo l’umiliante 6-2 subito in casa del PSV, Antonio Conte si presenta ai microfoni con il volto scuro, ma le idee chiarissime. E il suo non è un commento, è uno sfogo durissimo che scuote dalle fondamenta il mondo Napoli, puntando il dito contro un mercato estivo che, secondo lui, ha minato l’alchimia della squadra campione d’Italia.
“Nove Giocatori Nuovi Sono Troppi”: L’Attacco al Mercato
La sconfitta, per Conte, non è casuale. “Quando capitano queste situazioni non è mai per caso”, esordisce a Sky Sport. La sua analisi va dritta al cuore del problema: l’identità perduta di un gruppo che l’anno scorso aveva compiuto un’impresa. “Abbiamo vinto il campionato con pochissimi giocatori, avevamo grande compattezza. Secondo me, **i nuovi giocatori sono stati troppi**. Inserire nove teste nuove dentro uno spogliatoio non è stato semplice”.
Un’affermazione pesantissima, che suona come una critica diretta alle scelte estive. “Siamo stati obbligati [a fare mercato]”, continua, “ma ho un minimo di esperienza per capire che alcune cose devono essere assorbite. Ci vuole tempo”. Un tempo che, evidentemente, il Napoli ancora non ha avuto, specialmente a livello di spogliatoio.

Lo Sfogo in Conferenza Stampa: “I Napoletani non vanno Presi per il C**o”
Ma è in conferenza stampa che la rabbia di Conte esplode in tutta la sua potenza, con una frase destinata a rimanere nella storia. A chi gli chiede un confronto con l’impresa scudetto, lui risponde tracciando una linea invalicabile, separando il “noi” dal personalismo. “L’anno scorso non c’erano obiettivi personali, egoistici. C’era solo il bene di Napoli”. Poi, la stoccata finale, un messaggio che sembra diretto all’interno e all’esterno del club: “Napoli e i napoletani non devono essere presi per il c**o”.
Parole di fuoco, che difendono la passione di una piazza e che sembrano voler ristabilire le gerarchie di valori all’interno del suo gruppo.
“Porterò una Frusta”: la Rabbia non si Placa
Il tecnico respinge ogni accusa di rassegnazione e chiude con la sua solita grinta, mista a ironia amara. “Rassegnato? Assolutamente no. Io trasmetto rabbia, incazzatura, la famosa cazzimma“. E a chi insinua che la sua aggressività in panchina sia calata, risponde per le rime: “Sarà stata colpa mia che ero meno aggressivo… La prossima volta porterò una frusta”. Uno sfogo totale, l’analisi cruda e senza filtri di un allenatore che ha capito che la strada per ripetersi sarà molto più dura e dolorosa del previsto.