
Dal ritiro della Slovacchia, Lobotka regala un ritratto inedito e spettacolare di Kevin De Bruyne. Un campione umile, scioccato dai metodi di Conte (‘mai corso così tanto’), ma che si è calato nel ‘personaggio’ con una dedizione totale. Un racconto che svela la vera anima del nuovo Napoli.
A volte per capire un campione non servono le statistiche, ma gli aneddoti raccontati da chi ci vive accanto ogni giorno. E Stanislav Lobotka, parlando al podcast ‘Ina Liga’, ha fatto esattamente questo: ha aperto le porte dello spogliatoio e ha mostrato al mondo la vera essenza di Kevin De Bruyne, l’uomo e il calciatore, alle prese con la rivoluzione di Antonio Conte.

“In 10 anni al City non ho mai corso così”: il primo impatto con l’inferno di Conte
Il primo retroscena è un vero e proprio scontro tra mondi. Lobotka racconta di aver stuzzicato subito il belga: “Tu hai avuto Guardiola, e ora hai Conte — due mondi completamente diversi”. La reazione di De Bruyne è stata una confessione che dice tutto.
“Si è messo a ridere e mi ha detto: “In dieci anni al City non ho mai corso così tanto.” Gli ho detto: “Allora complimenti, benvenuto all’inferno”.”
Non è un caso. È la prova certificata dell’impatto devastante che il ‘metodo Conte’ ha anche su un fuoriclasse abituato ai massimi livelli. Lo stesso De Bruyne, racconta Lobo, dopo i primi allenamenti era sbalordito: “Non mi aspettavo che fosse così intenso. Pensavo di essere pronto, ma qui non si respira mai”.
La lezione di umiltà: “Potrebbe allenarsi a metà, ma va sempre a tutta”
Ma è dopo lo shock iniziale che emerge il vero campione. Nonostante la fatica disumana, De Bruyne non ha mai fiatato. “Non si è mai lamentato”, sottolinea Lobotka con ammirazione. “Anche se era stanco morto, non diceva niente, faceva tutto quello che gli veniva chiesto, e al cento per cento. […] Con la carriera che ha avuto, potrebbe anche dire ‘mi alleno a metà’, ma lui no, va sempre a tutta”.
Un’umiltà totale, unita a un’ironia tagliente. Come quando, scherzando con Lobotka, ha ammesso: “Forse se potessi scegliere di nuovo, andrei in Arabia o in America”. È la grandezza di chi sa soffrire, ma non perde mai il sorriso.
L’intesa telepatica in campo e quella battuta a Conte
Fuori un leader silenzioso, in campo un genio con cui basta uno sguardo. “A volte basta che ci guardiamo e già sappiamo cosa fare”, rivela Lobotka. “È una sensazione bellissima, perché capisci che giochi con uno che pensa come te, e che puoi fidarti ciecamente”.
Ma De Bruyne non è un robot. È un uomo di spirito, capace di rispondere colpo su colpo anche al sergente di ferro Conte. Il retroscena finale è da incorniciare: “Una volta durante l’allenamento Conte gli ha detto qualcosa tipo: ‘Non così, Kevin, devi muoverti più avanti’. E lui gli ha risposto: ‘Mister, io mi muovo quando il corpo me lo permette’. Tutti hanno riso, anche Conte, anche se cercava di restare serio”. Un campione immenso, un professionista totale e un uomo spogliatoio. Il Napoli ha trovato il suo nuovo re.