Serata di rivelazioni esplosive a Dimaro. Aurelio De Laurentiis è arrivato nel ritiro azzurro e ha deciso di vuotare il sacco. Il presidente del Napoli, ai microfoni di Sky, ha svelato retroscena inediti sulle trattative di mercato e lanciato bordate pesantissime contro la gestione del calcio italiano.
Parole che fanno rumore, quelle del numero uno partenopeo, arrivate dopo una giornata di fuoco che ha visto l'arrivo di Lucca al centro sportivo di Dimaro. E proprio su questo colpo, De Laurentiis non nasconde l'entusiasmo: "Con l'arrivo di Lucca questa mattina, ho visto questo gigante alto due metri presentarsi… e ho firmato subito il contratto".
Una confessione che fotografa perfettamente l'approccio del patron azzurro: istinto, decisione, nessun tentennamento. Perché quando De Laurentiis vede il giocatore giusto, non perde tempo in lunghe trattative.

L'ansia delle visite mediche: "Tremo sempre"
Ma dietro la sicurezza pubblica si nasconde un presidente che vive ogni acquisto con il fiato sospeso. La confessione più umana arriva quando parla delle visite mediche: "Ogni volta che prendiamo un giocatore nuovo, io tremo sempre. Fino a quando il nostro medico sociale non ci chiama da Villa Stuart per dirci 'tutto bene', non riesco a stare tranquillo".
Stasera toccherà a Beukema, atteso intorno alle 20 dopo aver già superato i controlli medici. Un altro tassello del progetto giovani che sta prendendo forma sotto la guida di Antonio Conte.
"Quando desideri davvero un determinato calciatore, vai dritto all'obiettivo e non perdi tempo", spiega De Laurentiis, svelando la filosofia che ha guidato questa sessione di mercato. Tutte trattative lampo, tutte chiuse con la rapidità di chi sa esattamente cosa vuole.
De Bruyne, l'acquisto che fa sognare
Il nome che fa battere il cuore ai tifosi è sempre quello di Kevin De Bruyne. E il presidente non nasconde l'ammirazione per il fuoriclasse belga: "Cosa mi ha colpito? La sua grandissima serietà, la professionalità. È uno che guarda dritto al futuro".
Parole cariche di significato, che fotografano un acquisto non solo tecnico ma anche caratteriale. "Sa perfettamente che, quando entrerà in campo, potrà fare la differenza al centrocampo", aggiunge De Laurentiis, definendolo l'operazione più suggestiva di questa finestra di mercato.
Ma il presidente tiene a precisare: "Sono contento di tutti gli acquisti che faccio. Non faccio mai il lecchino con nessuno, perché secondo me tutti meritano i complimenti".
Il fattore Conte: "Non sbaglia mai"
Impossibile non parlare di Antonio Conte, ormai diventato il faro di questo nuovo corso. Per De Laurentiis, l'allenatore salentino rappresenta una garanzia assoluta: "Conte è uno che non sbaglia. Se un giocatore accetta la sua corte, è perché sa perfettamente che lui può tirare fuori ancora di più".
Un endorsement totale per il tecnico, che sta plasmando una rosa dove esperienza e gioventù si mescolano in un equilibrio perfetto. "Abbiamo costruito un gruppo dove c'è gente esperta, gente che non manca certo di personalità", sottolinea il patron azzurro.
L'attacco alla Lega: "Troppa confusione"
Ma è quando si parla di Lega Serie A che De Laurentiis alza i toni. Le critiche sono durissime: "C'è qualcosa che non funziona in Lega. Io vedo una grande confusione, soprattutto perché mancano gli imprenditori nei momenti decisionali più importanti".
Il problema, secondo il presidente del Napoli, è strutturale: come si può pretendere che direttori generali e amministratori delegati prendano decisioni che ricadono sulla proprietà senza coinvolgerla?
"Durante le assemblee, spesso si fanno incursioni su questioni fondamentali, e in quei frangenti la presenza diretta dei proprietari dovrebbe essere determinante", tuona De Laurentiis, mettendo il dito su una piaga aperta del sistema calcio.
Guerra ai fondi: "Approccio sbagliato"
L'affondo più duro è riservato all'ingresso dei fondi di investimento nel calcio. De Laurentiis non usa mezzi termini: "Sono sempre stato contrario ai fondi: sono strutture di passaggio, hanno l'obiettivo di massimizzare i profitti per i loro investitori e poi lasciare qualcosa in più".
Un approccio che, secondo il patron azzurro, mal si sposa con la gestione a lungo termine di un club di calcio. Parole che suonano come un monito per tutto il movimento.
La Serie A: "Siamo troppi"
L'ultima bordata riguarda il numero di squadre in Serie A. Per De Laurentiis la matematica è semplice: "Siamo troppi. Non ci sono abbastanza risultati economici per sostenere venti squadre in Serie A".
Una posizione netta, che apre scenari di riflessione sul futuro del campionato italiano. Il presidente conclude con un appello al governo: "Se iniziasse davvero ad ascoltare di più le richieste dei presidenti, dei proprietari dei club, ma anche della stessa FIGC, si potrebbe andare dritti verso un successo maggiore".
L'obiettivo è chiaro: ridurre l'indebitamento del sistema, "che mi spaventa moltissimo". Una serata di verità quella di Dimaro, dove De Laurentiis ha mostrato il volto dell'imprenditore visionario e del presidente preoccupato per il futuro del calcio italiano.