Napoli oggi

Plusvalenze Napoli: non ci sarà un nuovo processo sportivo (caso archiviato)

Dopo le ultime intercettazioni, è emersa la verità: non ci sono prove sufficienti per la giustizia sportiva

Napoli, nessun processo sportivo: perché il caso plusvalenze Napoli è già stato archiviato. Intercettazioni, titoli a effetto, paragoni con il caso Juventus. Il polverone sollevato attorno all’affare Osimhen mira a creare allarme, ma la realtà dei fatti è una sola, chiara e definitiva: non ci sarà alcun nuovo processo sportivo per il Napoli. La Procura della FIGC, guidata da Giuseppe Chinè, ha già esaminato le carte e non ha trovato elementi sufficienti per riaprire il caso. Vediamo perché.

1. La Giustizia Sportiva ha Già Deciso (e Archiviato)

Questo è il punto focale che chiude ogni discorso. La Procura Federale ha già ricevuto ad aprile tutti i documenti dall’inchiesta ordinaria di Roma. Dopo averli analizzati, non ha ritenuto che ci fossero gli estremi per una revocazione del processo sportivo, che in passato aveva già visto il Napoli assolto. A meno di nuove, clamorose, prove sconosciute (ipotesi remotissima), per la giustizia sportiva il caso è chiuso.

Plusvalenze Napoli, nessun processo sportivo, il caso è diverso dalla Juventus
Plusvalenze Napoli, nessun processo sportivo, il caso è diverso dalla Juventus

2. Non è il “Caso Juve”: Mancano le Prove Schiaccianti

Il paragone con il processo che ha condannato la Juventus è semplicemente errato. Nel caso bianconero, a determinare la riapertura del processo furono le intercettazioni definite “confessorie”, che dimostravano un sistema organizzato e intenzionale. Nel caso del Napoli, non esistono prove di questa natura. Le frasi estrapolate (“Non lasciare tracce nelle mail”) sono state giudicate normali conversazioni da calciomercato, non la prova di un dolo.

Il punto centrale della questione risiede nelle differenze sostanziali tra il caso Napoli e il celebre caso Juventus (processo Prisma) che ha portato alla penalizzazione dei bianconeri.

⚫⚪ CASO JUVENTUS

  • ✅ Intercettazioni di natura confessoria
  • ✅ Documenti con prove “schiaccianti”
  • ✅ Carte che dimostravano dolo
  • ✅ Prove nuove rispetto al primo processo
  • ✅ Evidenza di intenzionalità

🔵 CASO NAPOLI

  • ❌ Nessuna prova confessoria evidente
  • ❌ Intercettazioni non decisive
  • ❌ Mancanza di prove del dolo
  • ❌ Nessun elemento nuovo dirimente
  • ❌ Insufficienti per superare assoluzioni

3. L’Esigenza di “Gonfiare” era del Lille, non del Napoli

L’origine dell’operazione è nota: nell’estate del 2020, il Lille era sull’orlo del fallimento e aveva bisogno di plusvalenze “monstre” per iscriversi al campionato. Fu il club francese, e non il Napoli, ad avere la necessità di un’operazione con un “valore di facciata” elevato, includendo giovani come contropartite. Il Napoli ha colto un’opportunità di mercato, inserendosi in una necessità finanziaria di un altro club.

Il principio giuridico chiave: Non basta che le valutazioni appaiano elevate o discutibili. Serve la prova dell’intenzionalità fraudolenta. Le intercettazioni sul caso Osimhen, pur suggestive dal punto di vista mediatico, non costituiscono secondo Chinè questa prova definitiva.

Cosa Succede Ora? Solo il Processo Ordinario

L’unico procedimento che andrà avanti è quello della giustizia ordinaria, che vede il presidente De Laurentiis rinviato a giudizio per falso in bilancio. Questo processo seguirà il suo iter, ma non avrà ricadute sul piano sportivo. Nessuna penalizzazione, nessuna riapertura del caso. Il polverone mediatico si basa su un’ipotesi che la stessa FIGC ha già, nei fatti, smentito.

Enrico Greco

Giornalista sportivo, da oltre vent'anni segue con passione le vicende della SSC Napoli e della Serie A. Esperto di tattica, comunicazione sportiva e media digitali, coordina la linea editoriale di Napolissimo con uno sguardo strategico e una penna sempre tagliente. Appassionato di calcio "di posizione", è tra i primi in Italia a parlare di pressing ultra-offensivo nel 2006.