
La durissima autocritica di Antonio Conte dopo la sconfitta di Bologna ha aperto ufficialmente la crisi del Napoli. Ma alle domande sul suo futuro, la risposta non è solo tecnica, è soprattutto economica. Al di là della fiducia ribadita dal presidente De Laurentiis, esiste una realtà contrattuale che rende quasi impossibile un addio traumatico. L’analisi di Napolissimo svela le cifre che, di fatto, blindano il tecnico sulla panchina azzurra, almeno per ora.

Quali sono i motivi per cui l’esonero è uno scenario quasi impossibile?
Sono due le ragioni principali, una strategica e una finanziaria. In primo luogo, il presidente De Laurentiis è ancora scottato dall’esperienza disastrosa del post-scudetto, con i cambi in panchina che hanno portato al decimo posto. Esonerare il tecnico su cui ha costruito il nuovo ciclo e che gli ha appena vinto il quarto scudetto sarebbe un’ammissione di fallimento che non vuole fare. In secondo luogo, e soprattutto, c’è un ostacolo economico insormontabile.
Quanto costerebbe esattamente un esonero al Napoli? La stima
Un licenziamento di Antonio Conte avrebbe un costo proibitivo per le casse del club. Prendendo in esame le cifre emerse al momento della firma e la durata residua del contratto (fino a giugno 2027), è possibile fare una stima prudente. Lo stipendio base si aggira sui 6,5 milioni di euro netti a stagione, che al lordo (il costo reale per l’azienda) diventano circa 13 milioni annui. Con ancora circa un anno e sette mesi di contratto, il costo totale dell’operazione sarebbe altissimo.
Stima del Costo Esonero Conte (Contratto fino al 2027)
| Voce | Cifra Stimata |
|---|---|
| Stipendio Residuo (Netto) | circa 11,05 milioni di euro |
| Stipendio Residuo (Lordo – costo per il club) | fino a 22,1 milioni di euro |
Perché le dimissioni sono da escludere e qual è lo scenario più probabile?
Se l’esonero è impraticabile per il club, le dimissioni sono altrettanto improbabili da parte del tecnico. Un passo indietro comporterebbe per Conte la rinuncia totale a tutti gli stipendi che gli spettano da contratto, uno scenario irrealistico. Pertanto, in caso di rottura insanabile tra le parti, la via d’uscita più logica sarebbe quella della rescissione consensuale. In questo caso, club e allenatore troverebbero un accordo su una “buonuscita”, una cifra inferiore allo stipendio totale che libererebbe Conte immediatamente per un altro incarico e permetterebbe al Napoli di limitare il danno economico.