
La sconfitta di Bologna, la terza in campionato e quinta stagionale, non è più un incidente ma la certificazione di una crisi profonda e conclamata. Un Napoli irriconoscibile crolla 2-0 al Dall’Ara, mostrando limiti che vanno ben oltre il risultato. A lanciare l’allarme più forte, nella sua durissima analisi post-partita del 9 novembre, è stato lo stesso Antonio Conte, che ha diagnosticato un doppio problema: uno tattico, legato a un attacco diventato sterile, e uno mentale, una preoccupante “mancanza di energia”.

L’attacco sterile: 3 partite a secco e un solo tiro in porta
Il dato più allarmante è la totale inefficacia offensiva. Quella contro il Bologna è stata la terza partita consecutiva senza goal per il Napoli. Ma il problema è ancora più grave: la squadra ha smesso di creare occasioni pericolose. L’unico tiro nello specchio della porta prodotto in 90 minuti contro i felsinei è una statistica impietosa, tanto che il portiere debuttante avversario, Pessina, è rimasto di fatto inoperoso. Sotto accusa finiscono anche alcune scelte del tecnico, come l’esclusione contemporanea di talenti imprevedibili quali Neres e Lang, a favore di un tridente apparso privo di soluzioni.
La diagnosi di Conte: una crisi di “energia” e mentalità
Più del risultato, a preoccupare è l’analisi spietata del suo allenatore. Conte ha demolito la prestazione dei suoi, accusandoli di aver svolto solo “il compitino”, a differenza di un Bologna “avvelenato” nonostante gli impegni europei ravvicinati. Ecco, come riportato da questa analisi di Napolissimo, le sue parole esatte:
“Mi dispiace di non riuscire a cambiare questa cosa: significa che non sto facendo un buon lavoro o che qualcuno non vuol sentire.”
Lo spettro del decimo posto: il paragone che terrorizza i tifosi
Per scuotere l’ambiente, Conte ha evocato il ricordo più doloroso della storia recente del club: la disastrosa stagione post-scudetto, chiusa al decimo posto. “Forse non è servito come grande insegnamento”, ha sottolineato il tecnico, un avvertimento diretto a una squadra e a una piazza che rischiano di adagiarsi sui successi passati. Sebbene la classifica resti corta, l’involuzione nel gioco e nell’atteggiamento inizia a mostrare pericolose analogie con la stagione 2023/24, un tracollo che Conte è determinato a evitare.