
“Trotterella”, dicevano. “Passeggia”. Lo avevano già processato e condannato, i “sapientoni” dei social e i critici della prima ora. Kevin De Bruyne, il principe di Manchester, era diventato un “nonnetto del tiki-taka”, troppo lento, troppo compassato per il calcio italiano. Un intruso nel gioco di Conte, un problema per l’equilibrio della squadra. Lo stavano già archiviando come un acquisto sbagliato, una vecchia gloria sul viale del tramonto.
Il “Caso” De Bruyne: la Rabbia che Precede la Magia
La narrazione negativa ha raggiunto il suo culmine a San Siro, contro il Milan. Dopo il cambio tattico obbligato di Manchester, arriva un’altra sostituzione. Il Napoli sta perdendo e Conte toglie lui per Elmas. La reazione di De Bruyne è umana, rabbiosa: “Cazzo, stiamo perdendo e io vado fuori”. Apriti cielo. Le comari del web gridano alla “rottura” con l’allenatore, invocano la sua esclusione. Il “caso De Bruyne” è servito. Tutti aspettano la punizione, la panchina contro lo Sporting.
Ma Conte non vive di ripicche. Sa che i più bravi giocano sempre. E schiera De Bruyne dal primo minuto nella partita da vincere a tutti i costi.
La Risposta del Fuoriclasse: 70 Metri di Fuga per Zittire Tutti

È qui che le tastiere velenose si bloccano. È qui che il campione si riprende la scena. De Bruyne esce dal guscio e decide di mostrare chi è. Recupera palla al limite della sua area e parte. Settanta metri di fuga, una progressione da “fulmine di guerra”, sette tocchi magici per saltare avversari come birilli e servire a Hojlund la palla dell’1-0. Non è finita. Nella ripresa, pennella il cross perfetto per il raddoppio, sempre di Hojlund.
In una sola notte, il “nonnetto che passeggia” ha deciso una partita importantissima, ha fatto il lavoro sporco e quello brillante, ha ricordato a tutti la differenza tra un buon giocatore e un fuoriclasse.
La Lezione: Mai Giudicare un Campione
Vogliamo ancora discutere Kevin De Bruyne? La lezione, per i critici frettolosi, è servita. I campioni hanno bisogno di tempo per capire, per adattarsi, ma il loro talento non evapora. Bisogna solo saperli aspettare. Conte lo ha fatto, e ora si gode un genio che ha appena iniziato a illuminare il Napoli e a zittire tutti gli altri.