Basta una sconfitta, la prima in campionato, per far partire il processo. Dopo il 2-1 di San Siro, la narrazione della stampa del Nord è già scritta: Napoli bocciato, Conte sul banco degli imputati, Milan promosso a principale antagonista. Sentenze emesse alla quinta giornata, con una fretta che, a pensarci bene, fa quasi sorridere. Ma questa narrazione a senso unico dimentica, volontariamente o no, almeno tre dettagli fondamentali.
1. La Difesa d’Emergenza
Il primo, e più importante, è che a San Siro Conte si è presentato senza un intero reparto. Fuori i due pilastri centrali, Buongiorno e Rrahmani. Fuori i due padroni della fascia sinistra, Olivera e Spinazzola. L’allenatore ha dovuto inventarsi una difesa, lanciando nella mischia il debuttante assoluto Marianucci e un Gutierrez alla sua prima in azzurro. Giudicare una prestazione senza tener conto di un’emergenza difensiva così totale non è analisi, è malafede.
2. Il Rigore “Dimenticato”
Il secondo dettaglio è quel contatto in area tra Tomori e McTominay sul 2-0. Un rigore che tutti gli esperti hanno definito “sacrosanto”, ma che l’arbitro Chiffi ha ignorato, con il VAR impossibilitato a intervenire per un cavillo del protocollo. Un episodio che avrebbe potuto riaprire la partita molto prima e cambiarne completamente l’inerzia. Ma nei salotti TV, di questo, si è parlato poco o nulla. Troppo comodo lodare la “resistenza” del Milan in 10, dimenticando che il Napoli avrebbe potuto avere un secondo penalty.
3. La Lezione dell’Anno Scorso
Infine, un po’ di memoria. L’anno scorso, dopo cinque giornate, la classifica diceva Torino primo e Udinese seconda. Le sentenze emesse a settembre hanno la stessa validità di un oroscopo. Il campionato è una maratona, non uno sprint. Il Napoli, pur con 19 tiri contro 6 e 40 minuti giocati in superiorità numerica, torna a casa con il rammarico di non aver sfruttato l’occasione. Ma da qui a parlare di bocciatura ce ne passa. La squadra è prima in classifica, a pari punti. E i processi, quelli veri, si fanno a maggio.