Beffa Champions al Maradona, la UEFA stava negando il permesso: il retroscena sui parcheggi

Clamoroso retroscena svelato dal giornalista Umberto Chiariello: il Napoli ha rischiato di non giocare la Champions League a Fuorigrotta

Un retroscena che ha del surreale e che, per poco, non si trasformava in una beffa atroce per il Napoli e i suoi tifosi. La squadra di Conte ha seriamente rischiato di non poter disputare le partite casalinghe di Champions League al Maradona. Non per un problema strutturale o di sicurezza, ma per un dettaglio burocratico quasi imbarazzante: la mancanza di 180 parcheggi.

A svelare la vicenda è stato il giornalista Umberto Chiariello, che ha raccontato come solo un intervento diretto ed economico del presidente Aurelio De Laurentiis abbia evitato al club e alla città un'umiliazione su scala internazionale.

Stadio Maradona

 

"La UEFA ci negava il permesso": il pomo della discordia

La questione è esplosa quando la UEFA, per concedere il via libera definitivo all'utilizzo dell'impianto di Fuorigrotta, ha posto una condizione non negoziabile: la disponibilità di 180 posti auto ad uso esclusivo del suo personale. Una richiesta standard, che però si è scontrata con la realtà di una zona congestionata e con l'incapacità di trovare una soluzione pubblica immediata.

"La UEFA ci stava negando il permesso di giocare a Napoli", ha spiegato Chiariello. Un no che stava per diventare definitivo, gettando il club nel panico e nella necessità di trovare una sede alternativa per le sue notti europee.

L'intervento di De Laurentiis: "Ha cacciato i soldini propri"

Di fronte a uno stallo che stava diventando pericoloso, con il Comune che proponeva soluzioni ritenute dal club troppo complesse e onerose, è stato Aurelio De Laurentiis a prendere in mano la situazione. Per sbloccare l'impasse, ha agito da privato cittadino, mettendo mano al portafoglio.

"Il Napoli si è andato a prendere i parcheggi privati pagando di tasca sua", ha rivelato il giornalista. In pratica, il club ha affittato da privati i 180 posti mancanti, risolvendo il problema e soddisfacendo la richiesta UEFA. Un intervento che ha salvato la Champions a Napoli.

Il futuro dello stadio resta un'incognita

Se l'emergenza immediata è stata risolta, questo episodio lascia sul tavolo un problema molto più grande e strutturale: il futuro dello stadio. Con un impianto che la stessa UEFA ha già "bocciato" in passato e una burocrazia che frena qualsiasi progetto di ammodernamento, la domanda di Chiariello risuona amara: "Non siamo capaci di dare 180 posti alla UEFA e pensiamo ancora di vedere in Fuorigrotta lo stadio del Napoli?".

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