
La psicologia di Conte. Antonio Conte non cerca alibi, ma trasforma i problemi in benzina. Nella conferenza stampa pre-Benfica, il tecnico ha analizzato la crescita psicologica del Napoli: “Avere una tegola quasi ogni settimana, perdendo giocatori importanti, ha aumentato il senso di responsabilità di tutti”. La difficoltà oggettiva (con il centrocampo azzerato dagli infortuni di Anguissa e Gilmour) ha costretto le seconde linee a diventare protagonisti, creando quell’unione che è alla base dei recenti successi.

L’analisi lucida: come l’emergenza ha creato la “Squadra”
Ascoltare le parole di Antonio Conte nella pancia dello Stadio Da Luz aiuta a capire perché questo Napoli, decimato da 18 infortuni muscolari stagionali, sia comunque primo in classifica. Il tecnico ha offerto una lezione di gestione del gruppo. Di solito, quando mancano i titolari, si piange. Conte invece ha sottolineato l’aspetto sociologico:
“Tanti calciatori arrivati da poco hanno iniziato a giocare di più per necessità. Il fatto di giocare poco, prima, non aveva favorito l’integrazione. Nella difficoltà, si sono responsabilizzati ancora di più. C’è unione. Altrimenti, con la situazione oggettiva che abbiamo, era difficile fare risultati”.
Un chiaro riferimento a giocatori come David Neres e Noa Lang, che proprio grazie all’assenza dei titolarissimi hanno trovato spazio, fiducia e gol decisivi. La “disgrazia” medica è diventata l’opportunità tecnica.
Stanchezza e “Didattica”: il retroscena sulla preparazione
C’è però un tema fisico da non sottovalutare. Il Napoli arriva a Lisbona con le tossine della battaglia vinta contro la Juventus. Conte è stato onestissimo: la squadra è stanca. Non c’è stato tempo per allenarsi sul campo in modo tradizionale.
“Abbiamo giocato domenica sera”, ha ricordato il mister. “La partita l’abbiamo preparata oggi in maniera molto didattica”. Cosa significa? Significa meno scatti in allenamento e più ore in sala video a studiare i movimenti del Benfica. Conte chiede ai suoi uno sforzo nervoso, più che muscolare. Bisognerà correre meglio, non di più, per gestire le energie contro un avversario che farà della garra la sua arma principale.
La trappola mentale e la classifica
Il rischio più grande? I pensieri. Conte ha usato un’espressione bellissima: “Veniamo con la mente sgombra di cattivi pensieri”. Dopo la vittoria sulla Juve, l’euforia potrebbe essere nemica. In Champions il Napoli ha 7 punti, il Benfica solo 3.
“Da parte loro c’è la necessità di vincere a tutti i costi”, ha avvertito Conte. I portoghesi sono all’ultima spiaggia. Se il Napoli penserà alla classifica (“ci basta un pareggio”), rischia di essere travolto. L’allenatore vuole che la squadra giochi “a testa alta”, senza calcoli, con l’intenzione positiva di fare la partita e non di subirla.
Conte vs Mourinho: questione di bacheca
Infine, l’incrocio dei destini. Per la prima volta Conte sfida José Mourinho in Champions League. Niente polemiche, niente frecciate del passato (i tempi inglesi sono lontani). Solo rispetto tra giganti. “La sua bacheca parla in maniera chiara e netta. Non devo spiegare io chi è Mourinho”. Due allenatori che hanno vinto tutto si salutano prima della battaglia. Poi sarà campo, sudore e quel “coraggio” che Conte invoca per chiudere il discorso qualificazione.
📌 Dettagli della sfida
Conte ha recuperato qualcuno?
No, ha parlato di “cose oggettive sotto gli occhi di tutti”. La squadra è la stessa, gli infortunati restano a casa. Si gioca con chi c’è.
Il Napoli è obbligato a vincere?
No, il Napoli ha 7 punti e una classifica migliore del Benfica (3 punti). Ma una vittoria chiuderebbe praticamente i giochi per il passaggio del turno.
Cosa ha chiesto Conte alla squadra?
“Intenzioni positive”. Vuole vedere una squadra che va a Lisbona per imporre il gioco (da “Napoli”) e non per difendere il pareggio.