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I tifosi dell’Inter piangono per il rigore. L’alibi perfetto per nascodere una verità scomoda

Sui social esplode il vittimismo nerazzurro. Ma la polemica sull'arbitro serve solo a non parlare della lezione tattica di Conte

Il grande spettacolo del vittimismo è andato in scena. Dopo il sonoro 3-1 del Maradona, i social network e i forum a tinte nerazzurre sono un fiume in piena di lacrime e lamentele per un rigore, un singolo episodio che è diventato l’alibi perfetto per nascondere una verità inconfessabile: il Napoli di Antonio Conte, in piena emergenza, rimaneggiato, ferito e senza punte di ruolo, vi ha semplicemente dominato e impartito una lezione di calcio. Ma è molto più facile urlare al complotto e aggrapparsi a un errore arbitrale che ammettere di essere stati umiliati sul campo per novanta minuti.

Il “Piagnisteo” Social: la Rabbia dei Tifosi dell’Inter

Basta fare un giro sui social per capire il clima. “Partita falsata, come sempre contro di loro”, scrive un tifoso. “L’AIA deve fermare Mariani a vita, uno scandalo!”, gli fa eco un altro. E poi il grande classico: “Senza quel rigore inventato non avrebbero mai segnato, stavamo controllando la partita”. Commenti che rivelano una frustrazione profonda, un’incapacità di accettare un verdetto del campo che è stato netto. Si cercano alibi, si invoca la malafede, si grida a un complotto che vedrebbe il Napoli favorito, ignorando decenni di storia calcistica. Un “piagnisteo” collettivo che serve solo a non guardare in faccia la realtà.

I tifosi dell'Inter piangono per il rigore. L'alibi perfetto per nascodere una verità scomoda

E la realtà è che, al netto dell’errore (perché di errore si tratta, come ha ammesso la stessa AIA), la partita l’ha vinta un uomo solo: Antonio Conte. Analizziamo i fatti. Il Napoli arrivava a questa sfida con le ossa rotte: reduce da due sconfitte, tra cui un umiliante 6-2 in Champions, e privo del suo centravanti titolare. In queste condizioni, contro una delle favorite per lo scudetto al completo, Conte ha disegnato un capolavoro.

La mossa di Neres “falso 9” è stata pura genialità tattica. Invece di dare un punto di riferimento ai centrali interisti, ha creato un attacco fluido, imprevedibile, che ha mandato in tilt le certezze difensive avversarie, creando spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. L’Inter, andata sotto per un rigore, ha avuto 70 minuti per reagire. E cosa ha fatto? Ha subito altri due gol, senza mai dare la sensazione di poter riprendere in mano il gioco.

Ipocrisia e Precedenti Dimenticati

L’indignazione per il “rigorino” suona ancora più stonata se si pensa ai precedenti. Meno di un anno fa, un episodio quasi identico a parti inverse (mani di Dumfries) non fu sanzionato, tra il silenzio generale. L’AIA minaccia di fermare Mariani con una solerzia che raramente si vede per altri errori, forse per placare le ire mediatiche. Ma ci si chiede: a parti inverse, con Marotta in silenzio, ci sarebbe stata la stessa urgenza? O si sarebbe parlato di “contatto leggero”? Sono domande la cui risposta svela l’ipocrisia di un sistema che usa due pesi e due misure.

La Notizia che Fa Paura: questo Napoli Domina anche in Emergenza

Concentrarsi sull’errore di Mariani è un modo comodo per evitare di ammettere una verità molto più scomoda: questo Napoli, anche in condizioni di estrema difficoltà, ha dimostrato una forza e una consapevolezza terrificanti. La vittoria contro l’Inter non è figlia di un episodio, ma di una superiorità tecnica, tattica e mentale apparsa netta. Il capolavoro di Conte, la prestazione maiuscola dei suoi uomini, il crollo di una big del campionato: queste sono le vere storie della partita. Ma è molto più facile, e infinitamente più comodo, piangere per un rigore.

Marco Ascione

Classe 1985, campano verace, racconta da vicino il Napoli, seguendo la squadra in ogni stadio d’Italia. Penna vibrante, cuore da tifoso e occhio da cronista, Marco è la voce sul campo di Napolissimo: dalle conferenze stampa agli allenamenti, dai tunnel agli spogliatoi. Per lui, ogni trasferta è una storia da raccontare.