
Anche oggi, che è un leader indiscusso nel ricco campionato saudita, la sua testa e il suo cuore tornano sempre lì. Nel “casino organizzato” che gli ha rubato l’anima. Parlando nel podcast “Zack en Roue Libre”, Kalidou Koulibaly ha dipinto un affresco potentissimo del suo legame con Napoli, un racconto fatto di litigi furiosi, incontri surreali e lacrime. Perché ogni aneddoto, da quello più duro con Sarri a quello più assurdo con Ancelotti, ha un unico filo conduttore: la forza di un amore che lo ha cambiato per sempre.

La Prova d’Amore: l’Incredibile Incontro in Pigiama con Ancelotti
La storia più folle, quella che definisce questo legame, riguarda un addio mancato. Koulibaly era a un passo dal Manchester United: 100 milioni rifiutati dal club, il giocatore infuriato. “Pensavo fosse finita. Le valigie erano pronte, avevo il taxi prenotato”. Ma non aveva fatto i conti con Carlo Ancelotti. “Mi chiama la sera: ‘Vieni in stanza’”. Kalidou si aspetta una resa dei conti, e invece trova un uomo in pigiama. “Rimasi scioccato. Un allenatore come lui… Eravamo entrambi in pigiama”. Nonostante le proteste del difensore, Ancelotti lo tranquillizza. Il giorno dopo, con Koulibaly letteralmente sulla porta, arriva la telefonata decisiva: “Ho sistemato tutto, tu resti con me, rinnovi”. Ancelotti non aveva solo salvato un giocatore al Napoli. Aveva capito che quel legame non poteva essere spezzato da una questione di principio.

“Fuoco e Acqua”: la Scuola di Vita (e di Calcio) con Maurizio Sarri
Se Ancelotti fu il padre buono, Maurizio Sarri fu il sergente di ferro. “Con lui litigavamo tutto il tempo”, confessa Kalidou, ricordando un rapporto viscerale, fatto di scontri quasi fisici. “Aveva sempre qualcosa da dire. Più volte i miei compagni hanno dovuto trattenermi”. Sarri lo provocava costantemente, come quella volta che, tornato dalla Nazionale, gli chiese se in campo ci fosse “suo fratello”, alludendo alla stanchezza. Un metodo brutale, scioccante per un ragazzo di 24 anni, ma che Koulibaly, con il tempo, ha capito. “Aveva capito che doveva ‘confondermi’ per farmi dare il massimo. Quando è partito, ho capito davvero quanto mi apprezzasse”. Anche le liti, a Napoli, erano una forma d’amore.
L’Amore per una Città Unica: “L’ho davvero amata”
Ed è questo amore che fa da cornice a tutto. Un amore per una città che definisce “come l’Africa in Europa”. “L’ho davvero amata”, dice, parlando della gente, del mare, della passione totalizzante per il calcio. Dalla nonna di 90 anni che gli parla di tattica al vicino che bussa per chiedere più impegno. Koulibaly a Napoli ha trovato un popolo che si è rispecchiato in lui, lontano da quel razzismo che, dice, “in Italia c’è, ma a Napoli no”. E l’apice di questo sentimento, la prova del nove, l’ha avuta nel momento più difficile. “Si dice che a Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando riparti. È la verità”.
 
  
 
