Scudetto Napoli, ansia e scaramanzia | Lo psicologo: Vi spiego tutto (e come ne usciamo)
Notti insonni, iperattività e scaramanzia alle stelle: il Dott. Cozzuto analizza il "mal da scudetto" e rassicura la città in delirio.

Notti insonni passate a fissare il soffitto, un'agitazione che non dà tregua, la scaramanzia che diventa quasi una seconda pelle e quella parola, "scudetto", sussurrata a mezza voce per timore di rompere l'incantesimo. Se vi riconoscete in questo quadro, sappiate che siete in ottima compagnia: è il cosiddetto "mal da scudetto", un cocktail di emozioni fortissime che sta travolgendo ogni singolo tifoso del Napoli in queste ore che profumano di storia.
Ma cosa ci succede esattamente? Siamo di fronte a una patologia? Assolutamente no, come ci tiene a precisare con un sorriso rassicurante il Dott. Armando Cozzuto, presidente napoletano dell’Ordine degli Psicologi, che abbiamo interpellato per capire meglio questo affascinante fenomeno collettivo. «Non parliamo di patologie», mette subito in chiaro Cozzuto, «stiamo descrivendo le sensazioni che provano i tifosi, una cosa ben lontana da una vera malattia. Fatta questa premessa, però, è bene spiegare che è vero: i tifosi del Napoli oggi vivono uno stato “strano”, frutto di differenti fattori».
I "Sintomi" della Febbre Azzurra: Ansia, Iperattività e Notti Insonni
Analizziamo allora, con l'aiuto dell'esperto, questi "sintomi" che accompagnano l'attesa del possibile quarto tricolore. «Partiamo dall’ansia», spiega il Dott. Cozzuto, «anche questa, è bene ribadirlo, a livelli non patologici. Però c'è, è viva, costante, presente in ogni ora della giornata. Il fatto di non riuscire a spostare il pensiero da quel momento, da quella partita, rischia di condizionare la quotidianità delle persone».
Un altro segnale inequivocabile è una sorta di iperattività contagiosa: «Si tratta di una continua necessità di programmare, pianificare, organizzare», racconta il presidente dell'Ordine degli Psicologi, descrivendo alla perfezione il vissuto di tantissimi tifosi. «Per molte persone i giorni di avvicinamento alla partita sono scanditi dal pensiero di cosa fare prima, durante e dopo il momento clou dell’agone sportivo: dal biglietto alla sciarpa fortunata, dal posto dove vedere la partita ai caroselli da organizzare».
E le notti passate a contare le pecorelle azzurre? «In tanti mi dicono di avere problemi di insonnia in questo periodo», conferma Cozzuto con un sorriso, «ma si tratta semplicemente di emozione, forte, fortissima, che si ripercuote sul sonno e sul quotidiano. È il cuore che batte all'impazzata per un sogno che si avvicina».
Il #Napoli vincerà lo 🇮🇹 Scudetto se:
-#Conte avrà il coraggio di giocare con il 4:3:3, #Neres e #Politano sulle fasce, #McTominay #Gilmour #Anguissa a centrocampo
- il #Napoli scenderà in campo senza paura e andrà a giocare nella metà campo avversaria, facendo pressing e… pic.twitter.com/BLguDNag43— Maurizio Pistocchi (@pisto_gol) May 20, 2025
Una Fede Chiamata Napoli: Scaramanzia e Paura del (Mancato) Trionfo
Per capire la profondità di queste sensazioni, bisogna considerare cosa rappresenta il Napoli per i suoi tifosi. «Freud ha scritto un libro sulla psicologia delle masse e analisi dell’Io», ricorda Cozzuto, «nel senso che lo sport rappresenta una componente importante e fondamentale nella vita di molte persone, sia quello praticato che quello dell’identificazione con una squadra che in alcuni casi, e Napoli è uno di questi, rappresenta una vera e propria fede».
Questa fede viscerale alimenta anche la proverbiale scaramanzia partenopea. «Non si nomina lo scudetto, non se ne parla apertamente», osserva l'esperto, «e questo ha un motivo preciso: in caso di fallimento una persona non si sente frustrata per aver creduto con troppa enfasi in un obiettivo che non si è raggiunto». Un meccanismo di autoprotezione, dunque. Ma sotto la cenere della scaramanzia, la brace della speranza arde eccome: «In realtà, però, anche chi non nomina la parola “scudetto”, in cuor suo ci crede fermamente, quindi la paura del fallimento resta, comunque, forte e presente».
Paradossalmente, ci svela Cozzuto, anche l'idea della festa, del trionfo tanto atteso, può generare una forma di ansia: «E anche questo momento mette in agitazione le persone. Sono soprattutto i genitori a preoccuparsi per i figli più piccoli. In tanti mi hanno chiesto se sia il caso o meno di portarli in strada in caso di vittoria, il timore è che possa accadere qualcosa di spiacevole e di non essere in grado di tutelare chi ha bisogno della nostra protezione».
Il Consiglio dello Psicologo-Tifoso: "Ho Già Comprato le Maglie ai Miei Figli!"
Ma come affrontare queste ore cariche di tensione? Il Dott. Cozzuto, spogliandosi per un attimo del camice e indossando idealmente la sciarpa azzurra, offre una prospettiva rassicurante e un esempio da vero tifoso: «Stavolta parlo da genitore. In caso di vittoria io, mia moglie e i miei due figli saremo in strada a festeggiare: ai piccoli ho già comprato le maglie azzurre...», confessa con un sorriso che è un vero e proprio atto di fede e un calcio alla scaramanzia. Un invito, insomma, a vivere queste emozioni con consapevolezza, a gestire l'ansia fisiologica, ma soprattutto a prepararsi a godere di un momento che potrebbe essere storico, con la gioia e la responsabilità che ogni grande festa comporta.
Il "mal da scudetto", in fondo, altro non è che il prezzo dolce di una passione smisurata. E allora, teniamocelo stretto, con la speranza di trasformarlo presto nell'urlo liberatorio che Napoli attende da una vita intera.