
Il Verdetto dei Dati. Esistono due versioni del Napoli di Conte. La prima, solida e vincente, ruota attorno a Stanislav Lobotka. La seconda, fragile e discontinua, è quella vista durante il suo infortunio. Le statistiche raccolte dicono che senza il numero 68, il Napoli ha perso il 50% delle partite giocate. Per questo motivo, il suo ritorno dal 1′ minuto contro il Milan non è una scelta tecnica, ma una necessità vitale.

Perché Lobotka è (scientificamente) insostituibile
Oltre le sensazioni, parlano i fatti. L’assenza di Lukaku è stata pesante, quella di Anguissa fastidiosa, ma l’indisponibilità di Lobotka ha toccato il sistema nervoso della squadra. Lo slovacco, protagonista degli scudetti recenti, si è confermato insostituibile per “manifesta mancanza di alternative tecniche” in rosa.
Quando Conte ha dovuto farne a meno (6 partite totali), la squadra ha perso la bussola. Ecco nel dettaglio il “Dossier delle Sconfitte” legate alla sua assenza:
| MATCH | STATUS LOBOTKA | RISULTATO |
|---|---|---|
| PSV (Champions) | Assente | KO (6-2) |
| Benfica (Champions) | Assente | KO (2-0) |
| Torino (Serie A) | Assente | Sconfitta |
| Udinese | Subentrato 25′ | KO (1-0) |
La soluzione tattica: la coppia “imbattibile”
Al dato negativo, ne corrisponde uno positivo che accende la speranza per la Supercoppa. Nelle settimane di emergenza totale, Conte ha sperimentato un centrocampo a due puro composto da Lobotka e Scott McTominay.
Questa coppia specifica ha prodotto numeri opposti al periodo di crisi: tre partite insieme (Atalanta, Roma, Qarabag) e tre vittorie nette. Lobotka dà ordine, lo scozzese dà fisicità. Contro il Milan, il tecnico ripartirà da questa certezza statistica per interrompere la serie negativa di due sconfitte consecutive (Benfica e Udinese).
Perché Gilmour e gli altri non riescono a sostituirlo?
L’insostituibilità di Lobotka non è solo una questione di carisma, ma di geometria. L’analisi tattica delle sconfitte (in particolare quella di Torino e col Benfica) mostra chiaramente cosa succede quando manca il numero 68:
- Uscita dal basso bloccata: Senza Lobotka che si abbassa tra i difensori per “pulire” i palloni sporchi, la difesa va in affanno e butta via la palla. Gilmour (prima dell’operazione) ha caratteristiche diverse, più di tocco rapido che di gestione della pausa.
- Distanze lunghe: Lobotka è un magnete che tiene corti i reparti. Senza di lui, la squadra si allunga di 10-15 metri, lasciando voragini in cui gli avversari si infilano in contropiede (come successo col PSV).
- Possesso difensivo: Quando il Napoli deve difendere il risultato, Lobotka nasconde la palla. Le riserve, invece, tendono a verticalizzare troppo presto, riconsegnando il possesso agli avversari e aumentando la pressione sulla difesa.
Per questo il rientro in Supercoppa non è solo l’aggiunta di un giocatore, ma il ripristino del sistema operativo di Antonio Conte.
Lobotka: un giocatore senza vice
La morale dell’analisi è chiara: Lobotka non ha un vice. Gilmour, preso per questo ruolo, è ai box (operato, qui i dettagli) e nessun altro centrocampista riesce a replicare i tempi di gioco dello slovacco. Il suo rientro dal primo minuto a Ryad vale quanto quello di un top player in attacco. Il Napoli ritrova la sua “mente” per provare ad alzare il trofeo.
📌 Il peso di Lobotka
Quante partite ha saltato per infortunio?
In totale 6 gare a causa di diversi problemi muscolari che hanno tormentato la sua stagione finora.
Giocherà la finale se il Napoli passa?
È tornato a pieno regime. Lo spezzone di Udine è servito per il rodaggio: ora è pronto per gestire il oppio impegno ravvicinato (se ci sarà)